1949-’50: un esordio difficile

Il Catania edizione 1949-’50 paga il classico scotto della matricola e fatica non poco a conservare la categoria. Complici la lunga battaglia giudiziaria che ha ritardato la programmazione del nuovo torneo e la costante emergenza societaria, la compagine rossazzurra parte male e soffre a lungo, ma alla fine centra meritatamente la salvezza.

Abbondanza che disorienta

Conquistata la sospirata promozione in Serie B, il commissario straordinario Fazio mantiene la propria carica con il compito di traghettare la società in acque più tranquille, soprattutto dal punto di vista organizzativo. Sul piano tecnico la prima mossa è quella di confermare tutti i principali protagonisti della promozione, eccezion fatta per l’allenatore Banas, che è sostituito da Magnozzi, vecchia gloria del Milan e ora passato al ruolo di tecnico. Non mancano però i nuovi arrivi, a cominciare dai difensori Piram e Zucchelli, dai centrocampisti Dandolo Brondi, Gavazzi e Garavoglia, per proseguire con l’attaccante Romani cui si aggiungono molti giocatori provenienti dalla Serie C come Bruno Ziz e le ali Pierini e Scimone, nonché un gruppetto di giovani interessanti fra i quali spiccano Ferlito, Bergonzi e Pistone e a molti altri innesti. Forse proprio l’eccessiva possibilità di scelta complica il lavoro di Magnozzi, e alla fine è la vecchia guardia a lasciare il segno, tanto che il portiere Goffi, il terzino e capitano Messora, Piram e Fusco blindano alla lunga il loro posto fra i titolari, ma anche Molon, Ardesi e Porcelli danno un apporto decisivo alla causa.

Non si ingrana

Dopo le prime nove giornate in cui il Catania mantiene una media di un punto a partita, bottino accettabile per una squadra che mira alla salvezza, la compagine rossazzurra si blocca improvvisamente, subendo cinque sconfitte nell’arco di sei giornate. Particolarmente gravi sono il passo falso interno con la Reggiana, che vince facilmente al Cibali per 4 a 2, e le batoste rimediate sul campo dello Spezia (0 a 3) e su quello dell’Empoli, che si impone addirittura per 5 a 1 e condanna Magnozzi all’esonero.

Su e giù

Precipitato in zona retrocessione il Catania è affidata all’allenatore rumeno Ladislao Klein, che ha già diverse esperienze nel campionato italiano. Il rimedio sembra essere efficace e la squadra riprende a marciare ad un ritmo superiore, ma senza allunghi decisivi. Abbandonata prontamente la quintultima piazza che significherebbe retrocessione grazie alla vittoria sull’Alessandria (3 a 0), i rossazzurri non riescono a dare continuità ai risultati e stazionano a lungo nella zona a rischio. Nel girone di ritorno arrivano altre vittorie importanti, come il 5 a 0 sul Fanfulla o il 2 a 1 sulla Cremonese, ma anche bruschi stop esterni. Il Catania perde per esempio a Taranto, dove l’Arsenale vince 2 a 1, a Ferrara con la Spal (0 a 2) e a Brescia, dove le rondinelle hanno la meglio per 3 a 0.

Allungo decisivo

I punti decisivi per scongiurare un immediato ritorno in C arrivano proprio contro le due formazioni che all’andata avevano innescato la crisi: i campi di Reggiana e Pisa sono infatti violati, sia pure di misura, ma poi è l’Empoli a trascinare di nuovo in basso i rossazzurri vincendo anche al Cibali (2 a 1). Il Catania ha però dalla sua un calendario favorevole e, battendo con il minimo scarto le già retrocesse Prato e Pro Sesto conquista la salvezza ai danni di Alessandria, Empoli e Arsenaltaranto, costrette a salutare la cadetteria.

Bibliografia

  • Il Corriere di Sicilia, luglio 1949-giugno 1950.
  • La Sicilia, luglio 1949-giugno 1950.
  • Wikipedia, Serie B.

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