1953-’54: la volta buona

La proverbiale capacità del Catania di cadere in piedi ha radici antiche. Un esempio dello straordinario spirito di reazione è quello del 1953-’54 quando, all’indomani della pesante sconfitta di Firenze con il Legnano, la società si riorganizza a tempo di record, rivede e corregge la rosa a disposizione e si regala una stagione da sogno, in cui l’unidici etneo va in fuga nel girone di andata e gestisce il vantaggio nel ritorno, conquistando la prima, storica promozione in A.

Melior de cinere surgo

Spinta a un passo dal baratro dall’addio di Michisanti, il Catania si riemette in corsa con inaspettata prontezza. Per rinascere dalle ceneri della sconfitta di Firenze il sodalizio rossazzurro parte dalla propria risorsa più importante, cioè dal parco giocatori. Il neo presidente Rizzo ottiene infatti di dilazionare il debito che la società ha accumulato nei confronti del vecchio proprietario senza svendere i giocatori. Resta così integra la spina dorsale della squadra: Bravetti, Fusco, Bearzot, Santamaria, Micheloni, Klein, Quoiani rimangono ai piedi dell’Etna, e solo Toncelli, Bartolini e Soldan sono sacrificati sul mercato. La campagna acquisti è in tono minore rispetto alle precedenti, ma arrivano senza fare rumore uomini motivati che si dimostreranno all’altezza, come la coppia d’attacco Manenti-Bassetti, entrambi provenienti dalla Serie C, e il giovane portiere scuola Milan Antonio Seveso, che strapperà a Pattini il posto da titolare. Anche l’allenatore è una scommessa: la panchina è affidata a Piero Andreoli che, a dispetto di una prestigiosa carriera di calciatore, da allenatore è poco più che un esordiente, almeno in Serie B.

Sulla rampa di lancio

Ci vuole poco perché la macchina rossazzurra si dimostri affidabile, giusto il tempo di oleare tutti gli ingranaggi e il Catania comincia a marciare come un treno. Dopo aver racimolato due pareggi nelle prime due gare interne contro Salernitana e Monza, aver violato il campo del Fanfulla ed essere caduta al cospetto del Cagliari, la formazione etnea cambia marcia e centra 15 risultati utili consecutivi fra cui sette vittorie di fila che la catapultano in testa alla classifica, davanti a un gruppo di inseguitrici che annovera, fra le altre, Pro Patria, Como e Cagliari.

Qualche brivido di troppo

La seconda sconfitta stagionale arriva all’inizio del girone di ritorno, quando il Fanfulla sorprende i rossazzurri al Cibali portando via l’intera posta in palio. La reazione del Catania non si fa attendere, ma il girone di ritorno non si riduce ad una marcia trionfale come quello di andata, anche se la compagine etnea continua a viaggiare a ritmo sostenuto e non da mai l’impressione di poter crollare. Le inseguitrici, dal canto loro, peccano di discontinuità e restano staccate anche quando la capolista rallenta. Come quando il Messina fa il colpo grosso infliggendo al Catania la prima e unica sconfitta interna (1 a 3) in un derby infuocato, o quando i rossazzurri incorrono in una mini-crisi che culmina con i pareggi interni con Pavia e Padova. Il Catania conserva il primato, ma il vantaggio sulle terze si riduce a tre punti proprio alla vigilia della difficile trasferta di Como della penultima giornata. I lariani si giocano le residue possibilità di promozione nello scontro diretto, ma sbattono sul muro eretto dal Catania che blinda il risultato sul nulla di fatto e conquista la promozione matematica tagliando virtualmente fuori i lombardi dalla lotta per la Serie A, lotta risolta solo dopo uno spareggio in cui la Pro Patria batte il Cagliari per 2 a 0.

 

Festa promozione in A a Giarre il 2 giugno 1954
Il Catania accolto dai tifosi alla stazione di Giarre, il 02.06.1954, al ritorno dall’ultima trasferta.

 

Festa grande

La prima promozione in Serie A del Catania scatena un entusiasmo eccezionale in città, tanto è vero che i giocatori di ritorno in treno da Valdagno, sede dell’ultima ininfluente gara di campionato persa di misura contro il Marzotto, sono accolti alla stazione di Giarre da una folla di tifosi entusiasti che li accompagnano fino a Catania in un lentissimo corteo che si conclude a tarda sera con l’arrivo in città. Un episodio che la dice lunga sulla voglia di riscatto della tifoseria catanese e che rimarrà un ricordo indelebile nella memoria di chi lo ha vissuto in prima persona.

Bibliografia

  • Dal Fondo un traversone, Luigi Prestinenza, Carmelo Gennaro, Bonanno Editore, 2003.
  • Il Corriere di Sicilia, luglio 1953-agosto 1954.
  • La Sicilia, luglio 1953-agosto 1954.
  • Wikipedia, Serie B.

N.B.: questo articolo è stato redatto da Diario Rossazzurro. Può essere riprodotto nel rispetto della licenza Creative Commons, mantenendo questa dicitura.