Una guida per tutti. Ma proprio tutti

Una guida per tutti. Ma proprio tutti Un manuale da leggere oltre che da consultare. È questo “Italiano: lo stile. I fondamenti di una lingua semplice ed efficace” di Massimo Birattari, un volumetto in otto capitoli che spiega come scrivere in modo semplice e chiaro, ma anche elegante ed espressivo e all’occorrenza ironico. Uno strumento che tornerà utilissimo a chiunque scriva, sia che lo faccia sul web per hobby, sia che debba farlo in modo più o meno massiccio sul lavoro.

Accostandosi a questo testo con la giusta umiltà e con il desiderio di imparare a comunicare al meglio, il lettore migliorerà senza dubbio le proprie capacità di espressione. Molto di quanto scrive Birattaghi, che è laureato in Storia e di mestiere fa il consulente editoriale, il traduttore ed è autore di opere saggistiche, narrative e per la scuola, si può trovare anche nei principali blog specializzati, ma avere a casa il volume a portata di mano non fa certo male.

Facendo ampio uso di esempi e (soprattutto) controesempi, l’autore spiega in modo semplice come non cadere nelle trappole della nostra lingua e salvarsi dagli strafalcioni, anche i più sottili. Il corredo del libro è ricco di stralci di classici e grandi autori, autentici inviti alla lettura, usati con maestria accanto a brani tratti da libretti d’istruzioni e quotidiani. A volte il tono è fiaccato dall’umorismo poco riuscito tipico dei professori, nel complesso però la lettura scorre via piacevole e chiara, precisa, elegante ed espressiva come promesso dal la colorata copertina del libro. Da non perdere l’analisi dello stile di Gianni Brera, nel capitolo sull’espressività, e tanti altri piccoli riferimenti a cronache calcistiche (è evidente che a Birattari piace il calcio).

Preziosa anche l’appendice sull’uso dei termini inglesi, argomento trattato senza estremismi. Il messaggio è che non bisogna aver paura di contaminare la lingua con l’inglese (anche perché sarebbe una battaglia persa), bensì bisogna usare il buon senso per decidere quando usare le parole straniere. In sostanza, è inutile e dannoso perché rischia di complicare la vita al lettore ostinarsi a chiamare il computer calcolatore elettronico, ma per gli stessi motivi è meglio non usare termini inglesi quando esistono i corrispettivi italiani che hanno identico significato e sono di già di uso comune(un esempio per tutti il verbo “scaricare”, perfetta traduzione dell’inglese download, decisamente meno fastidioso dell’inutile neologismo downlodare).

Insomma, il sottovalutatissimo problema di esprimersi in modo chiaro e corretto anche quando non si è alle prese con il tema di italiano può essere affrontato e magari risolto con poco sforzo grazie a libri come questo.

Italiano: lo stile. I fondamenti di una lingua semplice ed efficace

di Massimo Birattari
Ponte alle Grazie, 2002.