1952-’53: il paradiso può attendere

La stagione 1952-’53 si conclude con il miglior piazzamento della ancora breve storia del Club Calcio Catania ma è, paradossalmente, anche quella più amara. Dopo essersi risvegliata dai sogni estivi propiziati da alcuni acquisti di spessore, ed essersi scontrata contro la realtà dei bassifondi della classifica, la compagine rossazzurra rimonta fino ad agganciare il secondo posto in condominio con il Legnano. Serve dunque uno spareggio per incoronare la seconda squadra promossa, ma per una querelle giudiziaria nata da una contestata vittoria a tavolino dei rossazzurri la gara decisiva viene giocata a distanza di quasi due mesi dalla fine del torneo e riserva al Catania una pesante sconfitta le cui conseguenze rischiano di essere devastanti, e non solo sul piano sportivo.

Puntare in alto

Quello che si presenta ai nastri di partenza della Serie B 1952-’53 è un Catania ambizioso. Il commissario unico Arturo Michisanti non bada a spese per allestire una formazione in grado di competere per il salto in Serie A. E le spese più azzeccate sono quelle investite nella conferma di gran parte dei giocatori già in organico, come il portiere Soldan, i mediani Fusco e Bearzot, gli attaccanti Klein, Bartolini e Toncelli. A questi si aggiungono due certezze come l’altro mediano Santamaria e l’attaccante Micheloni, oltre ad alcune promesse pescate nelle serie minori come il centravanti Quoiani.

Partenza ad handicap

Nonostante l’indubbio valore dei singoli, affidati alle cure del confermato allenatore Fioravante Baldi, la squadra stenta a decollare e incappa in un avvio di stagione negativo determinato soprattutto dalla fragilità esterna. Non a caso i rossazzurri esordiscono con una sconfitta di misura a Treviso e proseguono poi fra alti e bassi, rimettendosi in careggiata solo nel finale del giorne di andata quando, dopo aver rischiato di impelagarsi in zona retrocessione, si assestano a metà classifica, un piazzamento comunque lontano da quello a cui squadra, tifosi e società ambiscono.

Sterzata decisiva

L’accelerazione che precede il giro di boa non è un fuoco di paglia. Il Catania centra infatti una lunga serie di vittorie casalinghe, pur continuando a faticare fuori casa, soprattutto al cospetto di formazioni di prima fascia. I passi falsi sui campi del Genoa e del Legnano tarpano le ali ai rossazzurri, che a sei giornate dalla fine sembrano irrimediabilmente tagliati fuori. Invece gli “incroci pericolosi” fra le prime e le ultime della classe, oltre agli scontri diretti, accorciano la classifica al punto da rimetterli in gioco in men che non si dica. La compagine etnea ci mette del suo con un colpo di coda che frutta quattro successi e riaggancia la seconda posizione in condominio con il Legnano e dietro il Genoa che conquista primato e promozione.

 Gol di Micheloni in Catania-Padova 3-0 del 11.01.1953.
Micheloni ha appena segnato il gol del raddoppio in Catania-Padova 3-0 del 11.01.1953.

 

Due punti che vanno e vengono

È un successo a tavolino ai danni del Padova a riaprire al Catania le porte della speranza. La trasferta in terra veneta dei rossazzurri, l’ultima dell’anno, si risolve a pochi minuti dal termine, quando i biancorossi segnano l’unica rete dell’incontro. Prima però succede di tutto: il clima intimdatorio creato dal pubblico di casa diventa pericolo tangibile per i protagonisti in campo in seguito all’annullamento di un gol dei biancorossi, scintilla che scatena una sassaiola di cui fa le spese un guardalinee, costretto a lasciare il posto ad un collega. Due giorni arrivano i provvedimenti che tutti si aspettano: vittoria a tavolino per il Catania che restituisce ai rossazzurri il secondo posto a pari merito con il Legnano, e squalifica del campo per il Padova. L’ultima giornata non riserva sorprese e la situazione resta invariata.

Una sorpresa arriva invece dalla C.A.F. , chiamata a pronunciarsi sull’accaduto dal Padova (nonostante i biancorossi nel frattempo si siano salvati), ribalta il verdetto precedente e ripristina il risultato del campo, considerando ininfluente ai fini del risultato la sostituzione del guardalinee. È la sentenza di secondo grado e dunque, per quanto cervellotica, dovrebbe essere l’ultima e definitiva parola sul caso, ma le cose hanno appena cominciato a complicarsi irriemediabilmente. Michisanti infatti usa tutta la sua influenza ai piani alti della Lega per ottenere un nuovo pronunciamento e alla fine riesce a far sciogliere la vecchia commissione e a farne nominare una nuova, che riesamina il caso ridando un peso decisivo agli incidenti e consegnanodo di nuovo al Catania i due punti decisivi per riagguantare il Legnano. Lo spareggio, dunque, s’ha da fare.

La resa dei conti

Archiviate polemiche e ricorsi, la parola torna al campo. Il 28 luglio 1953, a Firenze, quattro anni dopo lo spareggio con l’Avellino, sotto un sole molto caldo, il Catania torna a giocarsi un campionato in una sola partita. Purtroppo per i rossazzurri la tanto sospirata gara di qualificazione diventa un calvario. Dopo un inizio equilibrato il Legnano segna per quattro volte nel giro di dodici minuti, andando al riposo con la promozione già in tasca. Nel secondo tempo il Catania riesce solo a segnare il punto della bandiera, e la stagione va in archivio con una sconfitta senza attenuanti.

Le conseguenze della disfatta rischiano di investire anche la società, mettendone a repentaglio il futuro. Michisanti, che già da alcuni mesi si è dimesso, lascia ufficialmente il posto al giovane Giuseppe Rizzo, ma mette in vendita tutti i giocatori più quotati per rifarsi del credito che vanta nei confronti del sodalizio rossazzurro. Solo dopo una difficile trattativa Rizzo riesce a salvare il patrimonio giocatori e a scongiurare la smobilitazione, ma i debiti rimangono una spada di Damocle sulla società, mentre la nuova stagione è ormai alle porte.

Bibliografia

  • Il Corriere di Sicilia, luglio 1952-agosto 1953.
  • La Sicilia, luglio 1952-agosto 1953.
  • Wikipedia, Serie B.

N.B.: questo articolo è stato redatto da Diario Rossazzurro. Può essere riprodotto nel rispetto della licenza Creative Commons, mantenendo questa dicitura.