1957-’58: mediocrità e confusione

Superato lo shock della sconfitta di Modena, il Catania punta ancora su Agatino Pesce per gestire la sempre incerta situazione economica e su Gipo Poggi per guidare la squadra. La stagione però nasce male con risultati deludenti, prosegue peggio con due crisi tecniche e una squalifica del campo, e finisce senza ulteriori danni ma anche senza entusiasmo.

Vecchio e nuovo

L’estate del 1957 scorre via veloce per il Catania. Dissolti a fatica la delusione e i veleni sprigionati dalla tremenda beffa di Modena, urge tornare alla realtà, che parla di un bilancio sempre più in rosso e di una squadra da rifondare. L’aspetto finanziario è risolto con il solito intervento del Comune, che serve a garantire la sopravvivenza del club ma non a mettere in cantiere progetti ambiziosi, così la nuova squadra viene allestita puntando sull’esperienza di Poggi e…sulla Sampdoria. Il tecnico genovese sembra infatti favorire la chiusura di numerosi affari sull’asse siculo-ligure. Arrivano così in rossazzurro non solo alcuni giovani di scuola blucerchiata, come il centrocampista Caceffo e gli attaccanti Righetto Meroi ma anche il difensore Podestà, centromediano Mario Corti e Riccardo Carapellese, vecchia gloria del calcio italiano e della nazionale che a 36 anni suonati decide di rimettersi in gioco confrontandosi con la realtà catanese.

Sogni smorzati sul nascere

L’inizio di stagione per il Catania è complicato e l’undici di Poggi perde rapidamente terreno dalle posizioni di testa. Nei primi cinque turni i rossazzurri racimolano appena due pareggi interni, ed escono sempre sconfitti in trasferta, prima di rompere il ghiaccio al Cibali con l’affermazione con il minimo scarto contro il Messina. Tutto il girone di andata è impiegato nella ricerca della quadratura del cerchio, ma nulla sembra girare per il verso giusto.

Abulia cronica

Dopo l’ennesima battuta d’arresto sul campo del Brescia che si impone di misura (1-0) arriva l’esonero di Poggi. Inizialmente la dirigenza tenta la via della soluzione interna affidando la squadra a Carapellese e, per una sola partita, a Nicolosi. I risultati però sono scarsi e i due non dimostrano di poter collaborare proficuamente, si rende pertanto necessario l’ingaggio di un nuovo tecnico. La scelta cade su Francesco Capocasale, che guida i rossazzurri per tutto il girone di ritorno.

La novità sembra portare i suoi frutti e per quanto non ci sia un’impennata clamorosa nei risultati il Catania riesce ad andare a punti sette volte nelle prime otto giornate del ritorno e si allontana dalle posizioni meno nobili di classifica. Il primo posto, l’unico buono per la promozione, resta comunque un traguardo utopistico, e anche il secondo che varrebbe una sorta di play-off ante-litteram con la penultima classificata in Serie A. La riforma dei campionati, che prevede il nuovo allargamento del torneo cadetto a 20 squadre, ha però annullato anche  il rischio retrocessione, così il Catania si trova già in primavera nel limbo di chi non ha più obiettivi. Il clima comunque non è di serena attesa dei tempi migliori, ma di preoccupazione della società che annaspa ancora in un mare di debiti e dei calciatori, che si spingono fino a minacciare lo sciopero, ma poi fanno il proprio dovere.

10.11.1957, Catania-Como 0-0: il portiere ospite controlla facilmente un tiro di Meroi (foto Barberis, restauro digitale Ellebì).

Si perde anche la testa

La pietra tombale sulla stagione arriva in occasione della partita con il Brescia, quando alcuni sclamanati entrano in campo per inseguire il direttore di gara, reo di aver annullato un gol apparso regolare e negato un rigore ai rossazzurri, oltre che di un atteggiamento interpretato come provocatorio dal pubblico di casa. La partita dura così meno di un tempo, con l’arbitro che decide di non far riprendere il gioco nemmeno quando la calma è stata ripristinata. Inevitabili le conseguenze: sconfitta a tavolino e squalifica del Cibali per un turno.

Un episodio che manda in archivio la stagione fra quelle da dimenticare. Il Catania, che conclude il torneo all’undicesimo posto in compagnia di Novara e Taranto a quota 30 punti, ha pagato la cronica sterilità offensiva in campo, la confusione nel gestire la crisi tecnica e l’esasperazione dell’ambiente fuori.

Ed il futuro non appare più roseo, il film dell’estate è già riavvolto e rischia di  ripetersi per l’ennesima volta e con sempre minori garanzie di lieto fine.

Bibliografia

  • Il Corriere di Sicilia, luglio 1957-giugno 1958.
  • La Sicilia, luglio 1957-giugno 1958.
  • Wikipedia, Serie B.

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