La Sicilia, 21.08.1993

Catania e Messina: è l’addio

Da “La Sicilia” del 21 agosto 1993.

Catania e Messina: è l’addio

La fine dei due club – La Giunta Esecutiva del Coni ha respinto i reclami delle due società isolane, cancellandole definitivamente dalla mappa del calcio italiano

La Sicilia, 21.08.1993

Dalla speranza alla triste realtà

di Nuccio Schillirò
ROMA – Tanto tuonò che piovve! E ieri sera, poco dopo le 18,30, nel salone della Giunta Esecutiva del Coni di Roma il presidente Pescante, con un comunicato tanto lapidario quanto crudele, ha condannato alla radiazione federale sia l’Acr Messina che il Catania Calcio. Una sentenza emessa con poche parole, addolcite poi da complimenti a quanti hanno lavorato per tentare un’improponibile difesa (a dire del presidente del Coni), una sentenza che ha cancellato d’un sol colpo anni di gloriosa storia di due club.
La lunga giornata s’era iniziata poco dopo le 9,30, quando dalla scalinata del Palazzo di marmo del Coni è apparso, più abbronzato che mai, il presidente Pescante. Nessun commento ai pochi giornalisti presenti nel corridoio antistante l’aula dove di lì a poco sarebbero stati ascoltati dirigenti e legali di Catania e Messina.
La riunione della Giunta Esecutiva s’è iniziata alle 10, con l’esame degli argomenti posti all’ordine del giorno, che non riguardavano però le due società siciliane. Nei corridoi, frattanto, aumentava il numero di cronisti e cameramen che dovevano seguire l’avvenimento. Cominciava a notarsi, a quel punto, l’impreparazione degli uffici stampa del Coni, incapace di fornire i giusti supporti ai giornalisti, abbandonati in un corridoio assolato e privo persino di sedie. L’attesa diventava, così, più snervante del previsto. All’interno, in una saletta d’attesa, i dirigenti delle due società isolane avevano la possibilità di usufruire di un perfetto servizio bar.
Il primo a lasciare la saletta per il corridoio è stato Giovanni Massimino, presidente dell’Acr Messina. Completo marrone, viso stanco per il viaggio mattutino, non riusciva a fornire alcuna anticipazione su quello che da lì a poco sarebbe accaduto. Più tranquillo, invece, l’avv. Enzo Ingrassia, legale del Catania Calcio. “ Secondo la mia sensazione, abbiamo il 70 per cento di possibilità di spuntarla”.

Il più folcloristico della comitiva, come spesso gli accade, è il cav. Angelo Massimino: sporge la testa dalla porta che conduce alla sala della Giunta e sorride. Aspetta di essere attorniato dai cronisti e poi improvvisa uno show: “Loro mi hanno chiesto una fidejussione e io ho portato due miliardi in contanti”. E così dicendo estrae da una tasca dei pantaloni venti assegni circolari, ciascuno dell’importo di cento milioni. È quanto chiesto, in prima istanza, dalla Covisoc con una fidejussione che pare sia giunta fuori tempo massimo. È uno dei motivi del contendere di quanto si andrà dopo a discutere.
Sono le 12,30 e, mentre la riunione della Giunta sta per cominciare la discussione sul ricorso del Messina, fuori giornalisti e fotoreporter danno i primi segni di impazienza. Alle 13,15 l’avv. Enzo Nucifora, uno dei legali del Messina, lascia la sala della Giunta con un sorriso smagliante: “È fatta! Non credo che dopo una simile arringa difensiva si possa avere qualcos’altro da contestare alla nostra società”. Nulla di più sbagliato.
Sino alle 16,30 non si riesce a sapere nulla, neppure all’arrivo dei rappresentanti del Catania che lanciano congetture, ma nulla di più. Alle 17 nuova puntata dei legali all’interno della sala della Giunta: c’è un ulteriore chiarimento richiesto dai “giudici”. Pochi minuti, dieci al massimo, poi ecco riapparire gli avvocati Silvestro Stazzone ed Enzo Ingrassia, con il commercialista Coppa. Stavolta sembra davvero fatta. “Ci hanno chiesto ancora lumi sulla nostra situazione economica -afferma Coppa- abbiamo risposto esaurientemente, non dovrebbero esserci più problemi”.
Poi, è ancora attesa. Snervante, interminabile. Infine, alle 18:30, Pescante invita tutti nella sala riunioni e dà la notizia di due reclami respinti.

 

 

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