15.02.2007, una stangata per rinascere

Da "www.diariorossazzurro.altervista.org" del 15 febbraio 2007

Una stangata per rinascere

di Ellebì

Una pena esemplare per episodi di una gravità inaudita. Prendiamoci la maxi squalifica e sfruttiamola al massimo, per quanto possibile, per risolvere alcuni problemi basilari per il futuro del Catania e di Catania. Per il momento la superficialità con cui i media nazionali trattano la complessa realtà della nostra città e l’inadeguatezza delle norme sportive per fronteggiare la violenza negli stadi non sono questioni che possiamo permetterci di affrontare.

Possiamo invece darci gli strumenti per dimostrare con i fatti che da Catania può partire l’ennesima rinascita, magari persino un nuovo modello da esportare.

Intanto non si perda un giorno per far sì che la tragica fine di Filippo Raciti non risulti inutile. Anche nella remota ipotesi che i successivi gradi di giustizia sportiva attenuino la pena, sicuramente non si potrà sperare di poter vedere di nuovo in campo il Catania al Massimino prima di maggio. C’è tutto il tempo per valutare come mettere a norma l’impianto per la prossima stagione agonistica. La soluzione più praticabile sembrerebbe quella di riformulare la convenzione stipulata con il Comune in modo che il Catania abbia la gestione totale dello stadio. In questo modo la società rossazzurra potrà farsi carico di tutte le spese necessarie per completare gli interventi richiesti dal Governo per concedere l’agibilità. Resta il problema di come affidare la struttura al Catania senza penalizzare tutte le altre società che ne fruiscono attualmente. Difficilmente praticabile qualunque altra soluzione, dal momento che il Comune non è in grado di stanziare fondi in maniera tempestiva, ed è anche penalizzato dalla burocrazia che rende impossibile la soluzione del problema in poco tempo. C’è quindi ben poco da discutere: è davvero l’ultima chiamata agli amministratori della città perché dimostrino con i fatti la reale disponibilità a supportare il Catania Calcio.

Magari l’occasione potrà essere sfruttata anche per rifare interamente il manto erboso e sistemare l’impianto di amplificazione: quest’ultimo è in assoluto l’intervento più banale di cui ha bisogno lo stadio e il fatto che non sia mai stato risolto è la testimonianza inconfutabile di quanto poco concreto sia stato l’impegno delle varie amministrazioni succedutesi a Palazzo degli Elefanti.

Dal canto suo il Catania dovrebbe seriamente prendere in considerazione l’ipotesi di cambiare ancora una volta la società a cui affidare il servizio di regolamentare l’accesso allo stadio, affinché nessuno possa entrare se sprovvisto di biglietto.

Molti tifosi per bene segnalano spesso che le “maschere” hanno un occhio di riguardo verso amici e conoscenti: magari basterebbe orientarsi verso società che non hanno sede a Catania, riducendo così la probabilità che gli addetti abbiano amici residenti in città.

Con questi accorgimenti ci si potrebbe presentare ai nastri di partenza del prossimo campionato con un biglietto da visita dignitoso e con rinnovata serenità.

Poi è indispensabile volgere almeno uno sguardo al futuro prossimo, che non può prescindere da un nuovo impianto. La società si è detta disponibile a dotarsi di un proprio impianto e di un proprio centro sportivo, auspicando un aiuto da parte del Comune, aiuto che sarebbe dovuto consistere nella cessione a prezzo a agevolato di un’area comunale su cui costruire. Per il centro sportivo la richiesta è caduta nel vuoto, e il Catania ha fatto da solo, acquistando un terreno a Mascalucia. Per lo stadio si spera in una collaborazione più fattiva, visto che l’occasione dovrebbe apparire ghiotta anche all’amministrazione.

Questi pochi atti concreti sarebbero un buon punto di partenza nella ricostruzione dell’immagine di Catania e varrebbero più di mille interventi verbali e di qualunque retorica.