Serie B, arrestati il presidente Pulvirenti e i vertici del Catania

Da Repubblica.it

Serie B, arrestati il presidente Pulvirenti e i vertici del Catania. “Hanno comprato le partite per salvarsi”

di FRANCESCO VIVIANO
Agli arresti domiciliari sono finiti oltre a Pulvirenti l’amministratore delegato, il direttore sportivo e altre 4 persone: procuratori e agenti di scommesse. Nel mirino almeno cinque partite dell’ultimo campionato. Tra gli indagati Lo Monaco (proprietario del Messina) e anche giocatori (non del club etneo)
23 GIUGNO 2015
CATANIA – La polizia ha eseguito sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di dirigenti del Catania che avrebbero comprato alcune partite del campionato di calcio Serie B appena concluso, per consentire alla squadra di vincere ed evitare così la retrocessione. Agli arresti domiciliari sono finiti il presidente del club, Antonino Pulvirenti, l’amministratore delegato Pablo Cosentino, il direttore sportivo Daniele Delli Carri. Con loro sono stati arrestati (anche loro ai domiciliari) i procuratori Giovanni Impellizzeri, Piero Di Luzio, Fabrizio Milozzi e Fernando Arbotti. Sono accusati di frode sportiva. Secondo l’accusa, alcune vittorie del Catania sarebbero state concordate a tavolino dietro il pagamento di denaro. Pulvirenti, tramite il suo legale, si è detto “estraneo” alle accuse contestate e “certo di potere dimostrare, con la massima fiducia nella magistratuta, la totale estraneità ai fatti”. Pulvirenti, ha annunciato il suo legale, “intende prendere delle decisioni immediate sul suo ruolo nella Società Calcio Catania, al fine di potersi difendere con la massima serenità e di salvaguardare gli interessi della società sportiva”.

LE PARTITE NEL MIRINO – “Almeno cinque partite, forse sei sono state truccate con somme di denaro versate a giocatori”. Così il procuratore di Catania Giovanni Salvi durante la conferenza stampa nella quale è stata illustrata l’operazione, denominata “I treni del gol”. Le partite dell’ultimo campionato sono Varese-Catania (0-3) del 2 aprile scorso, Catania-Trapani (4-1) dell’11 aprile, Latina-Catania (1-2) del 19 aprile, Catania-Ternana (2-0) del 24 aprile e Catania-Livorno (1-1) del 2 maggio. Forti sospetti anche, hanno specificato gli inquirenti durante la conferenza stampa, su Catania-Avellino (1-0) del 29 marzo: sono tutte partite giocate tra la fine di marzo e l’inizio di maggio scorsi, risultati positivi in sequenza che hanno consentito al Catania di tirarsi fuori dalla zona calda della classifica di serie B. Le indagini sono state avviate all’indomani della partita Catania-Virtus Entella con i rossoazzurri che, con la sconfitta, erano precipitati in fondo alla classifica in piena zona retrocessione.

TRA GLI INDAGATI ANCHE LO MONACO E GIOCATORI – Nell’inchiesta,oltre ai sette arresti, ci sono anche diverse persone indagate. Come ha spiegato il procuratore di Catania Giovanni Salvi le persone coinvolte sono il proprietario del Messina Pietro Lo Monaco, l’ad dello stesso Messina Alessandro Failla e il ds Fabrizio Ferrigno, e i giocatori Alessandro Bernardini (Livorno) Riccardo Fiamozzi (Varese), Antonio Daì (Trapani) e Matteo Bruscagin (Latina). Non sono indagati giocatori del Catania. I giocatori avrebbero ricevuto, in media, 10 mila euro ciascuno.

PULVIRENTI TEMEVA PER INCOLUMITA’ – “L’inchiesta nasce dal fatto che il presidente del Catania Calcio era pressato dai tifosi e temeva anche per la sua incolumità e si è rivolto alla Procura”. Così il procuratore Salvi. “Le indagini hanno in realtà preso un filone diverso che ci ha portato a questo risultato cioè all’individuazione di 5 partite quasi tutte consecutive che sono state comprate con i risultati in favore del Catania”. L’origine dell’associazione, secondo gli investigatori, risale a marzo 2015 dopo la sconfitta subita dal Catania in casa contro la Virtus Entella; sconfitta che aveva portato gli etnei in piena zona retrocessione. A quel punto i vertici della società, il presidente Pulvirenti, il direttore sportivo Delli Carri e l’ad Cosentino, si sarebbero attivati, prendendo contatti con gli altri indagati, per far vincere il Catania. L’indagine avrebbe inoltre accertato che il gruppo aveva “consistenti risorse economiche” messe a disposizione dall’agente di scommesse on line Impellizzeri. Ad avvicinare i calciatori ritenuti disposti a vendere le proprie prestazioni ci pensava invece il procuratore e agente Fifa Arbotti, che vantava “contatti e rapporti di conoscenza” nell’ambiente. “Ci risulta che le partite sono state comprate dopo un periodo di grande difficoltà del Catania, ma lavoriamo anche sull’ipotesi che questo abbia delle implicazioni sulle scommesse clandestine”, ha aggiunto il procuratore Salvi. “Sono stati segnalati improvvisi ‘sbalzi’ nelle quotazioni, operazioni anomale derivate dalla conoscenza e dalla consapevolezza che il risultato sarebbe stato già noto”.

PULVIRENTI ERA IL “MAGISTRATO” – Dalle intercettazioni della Polizia emerge il linguaggio utilizzato dagli indagati per parlare delle partite da comprare. Pulvirenti era “il magistrato”, “l’udienza” o “la causa” era invece il modo in cui veniva indicato al telefono l’incontro da truccare grazie “al treno”, vale a dire il calciatore che si sarebbe prestato alla truffa. Un linguaggio studiato nei minimi dettagli tanto che Pulvirenti e gli altri, quando dovevano discutere tra loro del prezzo per corrompere i calciatori, usavano la formula “tariffa o parcella dell’avvocato”, mentre per indicare il numero di maglia del giocatore che era stato agganciato usavano la frase “l’orario del treno o il binario”. Secondo l’accusa vi sono dunque “importanti elementi” che sostengono l’esistenza di un’associazione per delinquere con una struttura “organizzativa stabile” in cui ognuno aveva il suo ruolo, finalizzata “a realizzare una serie indeterminata di delitti di frode in competizioni sportive e di truffe”.

CATANIA GIA’ IN OPERAZIONE ‘DIRTY SOCCER’ – Il nome del Catania calcio era emerso già il 19 maggio scorso nell’ambito dell’inchiesta “Dirty Soccer” che portò all’arresto di 50 persone tra dirigenti sportivi, allenatori, giocatori, dirigenti e scommettitori italiani e stranieri che aveva truccato decine di partite del campionato di serie B. L’interesse dell’organizzazione criminale che combinava le partite si era rivolta anche all’incontro Catania-Crotone del 16 febbraio 2015. Alla vigilia dell’incontro uno dei principali protagonisti dell’organizzazione l’albanese Edmond Neriìjaku insieme ad un altro degli arrestati, Ercole De Nicola, si dicevano certi di “combinare” l’incontro Catania – Crotone al punto che Nerjaku investì 21 mila euro sulla vittoria del Catania. Le cose però non andarono come previsto e l’incontro si era concluso con un pareggio, 1-1.